E’ stato assolutamente diverso da quanto ci si sarebbe atteso e il disfattismo, che leggo su molti media, nei confronti della Juventus mi pare alquanto eccessivo. I bianconeri hanno tenuto testa per 120 minuti alla squadra più forte d’Italia e probabilmente a una delle migliori anche in ambito europeo. L’Inter, a oggi, è tutto questo. Il ciclo dei nerazzurri sembra davvero importante e lo dimostrano le sostituzioni di Simone Inzaghi che ha inserito giocatori come Sanchez o Correa.
Senza 6 campioni: Sczcesny, Danilo, Bonucci, Cuadrado, Chiesa e De Ligt, la Vecchia Signora ha tenuto testa. E’ stata punita da due errori individuali dei terzini. Il primo di De Sciglio che, da eroe a Roma, si è trasformato in colpevole a Milano. Ha causato il penalty su Dzeko poi sfruttato da Lautaro. Rigore che, peraltro, potrebbe risultare pure dubbio. L’altro è di Alex Sandro che, nella confusione finale legata all’ingresso, poi mai avvenuto, di Bonucci per calciare il penalty, ha ben pensato di servire Darmian che ha offerto un cioccolatino a Sanchez.
Entrambe le compagini escono da questa sfida con segnali positivi e altrettanti negativi anche se diametralmente opposti. E’ vero che Inter-Juve è sempre una partita a sé ma, contro una squadra così rimaneggiata, la Beneamata dominatrice italica avrebbe dovuto chiudere il discorso ben prima del 120esimo. Dal canto suo, però, dimostra di aver aperto un ciclo importante e di essere riuscita, comunque, a centrare il successo e a conquistare il primo trofeo stagionale che molto probabilmente farà il paio con lo Scudetto. I bianconeri, invece, sanno di essere squadra importante dai valori superiori alla classifica che mostrano. Attenzione, però, al contraccolpo psicologico perché perdere un match in questo modo fa molto male. Sarebbe utile giocare subito per dimenticare, ma l’Udinese è davvero decimata dal covid e la sfida di sabato sera rischia di saltare. Piove sul bagnato.

