
Qualche giorno fa l’Uefa ha sancito ufficialmente la nascita del nuovo Fair Play Finanziario mandando in soffitta le regole della versione più vetusta che, in realtà, a causa della pandemia era già stata abbandonata da due anni. Per consentire alle compagini di rispondere ai danni provocati dal covid, le maglie erano state allargate. In effetti il calcio sta vivendo un periodo molto complicato dal punto di vista economico e sta patendo una sofferenza immane. A causa della mole spropositata dei suoi affari e di una gestione non sempre lungimirante è tra gli sport che maggiormente hanno subito gli effetti di questa crisi. Ci si sta muovendo per sanare il sistema riducendo anche la “grandeur” in cui era piombati.
Una di queste soluzioni, secondo l’rogano presieduto da Ceferin, è proprio il nuovo Fair Play Finanziario. Non è sicuramente troppo semplice da descrivere perché si compone di una regolamentazione molto dettagliata e difficoltosa per chi non è un esperto del mestiere. In ogni caso, vi sono dei capisaldi. In primo luogo, come riporta la Gazzetta dello Sport, non si potranno superare i 600 milioni di debiti. In secondo luogo, entro il 2026, i club avranno un tetto massimo di spesa che sarà il 70percento. Ciò significa che si potrà spendere quella percentuale del fatturato. Per quanto concerne quest’ultimo punto vi saranno vari passaggi perché si partirà dal 90, poi l’80 e infine si perverrà al 70.
E le squadre italiane? Stando sempre alla Rosea, la Juventus, al momento, sarebbe al limite. Secondo il Corriere dello Sport, la situazione non sarebbe delle più semplici anche per gli altri club del BelPaese. In sostanza, ci sarà da lavorare sodo.