La Juventus è aristotelicamente bloccata. La potenza non diventa mai atto. Sono anni che i bianconeri si trovano in questa situazione. Dal dopo Sarri sono arrivati tre trofei, due con Pirlo e uno con Allegri, ma si trattava di Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Ciò non può rendere contenti né i tifosi, né l’ambiente sabaudo. I vari momenti sono stati piuttosto particolari. Una brave cronistoria è utile per comprendere meglio l’oggi e il domani.
Nel 2018 la Vecchia Signora si espose acquistando CR7 a cifre esorbitanti. Questo è soltanto un emblema perché furono effettuate anche altre spese veramente alte. Quella per il portoghese, però, fu probabilmente la più impegnativa anche dal punto di vista dei rapporti interni alla società. Di lì pare nascere il dissidio che condusse all’addio di Marotta. Poi il covid e l’interruzione dei tornei con gli stadi vuoti o semivuoti per circa due anni diedero un’altra grande “mazzata” sulle casse. I vertici bianconeri iniziarono, stando agli esiti del procedimento sportivo, a effettuare manovre sulle plusvalenze irregolari. Agnelli entrò nel progetto Superlega che, nell’aprile 2021, vide la sua pubblicazione e la sua immediata bocciatura. Queste situazioni condussero il club piemontese a pesanti sanzioni che, nel 2024, lo esclusero dalle coppe. Anche oggi, la Juve è in attesa di una verifica dell’Uefa legata al fair play finanziario per la prossima primavera.
In questo turbinio di tristi vicende extracampo, la Juventus ha visto modificarsi i suoi vertici societari in più di un’occasione. Si è passati da Andrea Angelli, Nedved e Paratici, all’ingresso di Arrivabene, uomo di fiducia della proprietà guidata da Elkann. A fine 2022, la Vecchia Signora ha visto l’addio di tutta questa compagine. JE è entrato in maniera molto più presente all’interno delle scelte societarie. Ferrero, Scanavino e Calvo parevano gestire un momento di transizione utile a superare il procedimento sportivo già citato. Nell’estate del 2023, Giuntoli è diventato direttore generale dei bianconeri. Ha ricoperto il ruolo, con un lavoro ad oggi valutabile positivamente soprattutto dal punto di vista finanziario, per due anni. Nel 2025 ecco l’addio suo e di Scanavino con Comolli nuovo ad e Modesto dt. Manca ancora il ds.
In questo caos infinito si pone in prima pagina la figura di Elkann. Sta spendendo e spandendo per la Vecchia Signora, ma non nella maniera più adeguata e soprattutto non si comprende quale sia il suo feeling con questa squadra. In proprietà è entrata anche Tether che ha una bassa percentuale, ma prova a fare la voce grosso. Il più delle volte, però, sembra con insuccesso. Tra l’altro è di recente la notizia per cui S&P hanno declassato tale società.
Ecco, quindi, il campo. Lavorare in tale situazione è molto difficile soprattutto per allenatori con meno esperienza com’è stato per Motta e Tudor. Ora c’è Spalletti che, invece, ha un curriculum completamente diverso. Ciò che deve fare oggi la Vecchia Signora è costruire senza gettare alle ortiche tutto alle prime difficoltà. Perché, per esempio, cacciare Giuntoli? Per quale motivo è stata cancellata buona parte del suo mercato? Perché non si è fatto di più per confermare Veiga e Kolo Muani? “Scordammuce o passato“. I citati non ci sono più. Ora sono presenti Comolli e Modesto, David e Openda. Loro, insieme a Vlahovic, fanno sì che i bianconeri abbiano in rosa 3 bomber nelle prime posizioni dei più prolifici nati dal 2000 in poi. A meno che non si noti una completa mancanza di potenziale, si prosegua con loro.
Con Spalletti c’è finalmente la prospettiva di un ciclo e, pur avendo un contratto in scadenza a giugno, deve inserire il suo credo tecnico-tattico. E’ giusto farlo in punta di piedi, ma occorre eseguire il passaggio anche per fornire importanti indicazioni di calciomercato. Dovrebbe, comunque, servire un regista perché Locatelli è forte, ma può fare anche la mezz’ala con di fianco a lui un calciatore di alta qualità. Si parla di Bernabé. Ci può stare soprattutto nell’ottica di continuare a coltivare un gruppo giovane che darà i suoi frutti perché di valore.

