
La proposta del Professor Bassetti fa sicuramente scalpore e non può essere altrimenti. Il virologo lancia l’idea di vaccinare i giocatori di serie A raggiungendo così alcuni scopi. Il primo e primario è sicuramente sociale. Questi, infatti, potrebbero essere da esempio e favorire l’immunizzazione di molte persone. Gli altri sono legati direttamente all’ambito sportivo, ma non solo. E’ chiaro che, in quel modo, il sistema può proseguire senza cluster e senza che il virus venga portato all’esterno dell’ambiente del pallone. Allo stesso modo, si eviterebbero situazioni come quelle del Genoa, del Torino o del Napoli che hanno provocato il rinvio delle gare. Il direttore del San Martino di Genova parla anche di tutela della competizione.
Avendo lanciato l’idea su un post tramite social media, è stato subissato dalle critiche degli utenti che, con la solita demagogia, attaccano il mondo del calcio. Tra questi vi è chi sostiene pure che si possa rinunciare a questo sport. Vero. Ci mancherebbe. Si può fare a meno di tutto. Peccato che questi signori forse non conoscono l’indotto legato ai posti di lavoro che ruotano intorno a tale settore e di cui fanno parte migliaia di persone. Non sono tutte ricchi atleti. Esistono pure magazzinieri, giardinieri, fisioterapisti, medici, responsabili media… Con i loro stipendi mantengono le famiglie esattamente come un qualsiasi normale cittadino. Insomma, eviterei l’approssimazione.
Ammesso questo, torno alla proposta. E’ chiaro che lo scopo principale sarebbe quello di fungere da esempio e se può funzionare, credo sarebbe un’idea parecchio interessante. Si pone, però, un problema di “equità”. I giocatori di serie A sono circa 600, ma le altre categorie del professionismo e di quelli che sono considerati sport d’élite? Pure questi operano nonostante le condizioni di pandemia. Sono temi da tenere in ampia considerazione soprattutto in un’ottica olimpica. E’ chiaro che se si vaccinassero gli atleti di Tokio 2021, il problema si riproporrebbe al contrario. Esiste sempre un aspetto economico che non va dimenticato. Salute e benessere vanno di pari passo. Tutto ciò che può favorirle dev’essere tutelato.