
L’Italia... Che strano Paese. Sembro sempre ipercritico, ma non vedo molta scelta. Quanto sta accadendo in serie A è assolutamente particolare e rasenta il grottesco. Tutto parte da una stagione che ogni sport professionistico in qualsiasi lato del globo disputa soprattutto per motivi economici. E’ inutile girarci intorno. La logica vorrebbe che, durante una pandemia, certe attività non fossero consentite. Non a caso, il dilettantismo è fermo. Occorre ammettere però che, restando bloccati anche nell’élite, si sarebbe rischiato un bagno di sangue in termini di posti di lavoro e quindi di vite. Si è proceduto tramite protocolli. Ma lo stesse vale per altre categorie. Vi faccio un esempio estremo. Gli ospedali. La norma vorrebbe che i medici fossero in quarantena costante. Loro sono sempre a contatto con positivi. Non è così. Perché? Grazie ai dispositivi di protezione individuale, che sono una forma di tutela loro e di conseguenza della salute pubblica, quando rientrano nella società. Senza il servizio prestato da tali professionisti sarebbe difficile proseguire, quindi, le regole si adattano alla situazione. Si corre un rischio. E’ vero. Ma è impossibile vivere privi di alcun pericolo.
Chiarito il punto, si giunge al campionato. E’ iniziato ma, già alla terza giornata, è sorto il primo problema. Nel turno precedente, infatti, il Genoa aveva sfidato il Napoli. I rossoblù hanno poi subito un’ecatombe di positività. La gara tra il Grifone e il Torino è stata giustamente rinviata. Si parlava di un numero esorbitante di contagiati tanto che il protocollo è stato modificato garantendo la possibilità di chiedere la sospensione dell’incontro in caso di 10 giocatori colpiti dal covid nell’ultima settimana. Tutto ok? Macché. Intervengono le Asl. Nella fattispecie, l’Autorità partenopea blocca gli azzurri che avrebbero dovuto sfidare la Juve. Questi erano venuti a contatto con un numero troppo elevato di positivi e avevano 2 atleti infetti nel gruppo squadra. I campani non si presentano. La Vecchia Signora, invece, è regolarmente allo Stadium. I bianconeri vincono 3-0 a tavolino. In primo grado la Figc conferma il risultato. Medesimo risvolto anche in appello. Il Coni, invece, ribalta il verdetto aprendo a un precedente deleterio.
Si giunge, infatti, al girone di ritorno. Le varianti del covid impazzano. Il Torino viene colpito da quella inglese e fermato dall’Ats. Salta 2 gare contro Sassuolo e Lazio. La prima è già stata recuperata. Per la seconda non vi è ancora una data. Trascorrono poche settimane e tocca all’Inter. Spostato nuovamente il match con i neroverdi.
“Tutto ok! Ci sta” penserete. Peccato che, nel mentre, altre compagini hanno dovuto giocare con assenze importanti causate dal covid. Un esempio è il Parma che, a inizio stagione, disputò una sfida contro l’Udinese senza 7 giocatori. Il paradosso è rappresentato dalla Reggiana. In serie B, i granata hanno adoperato il bonus rinviando una partita con il Cittadella e perso 3-0 a tavolino con la Salernitana. Non hanno fatto ricorso. “Hanno sbagliato“, direte. Io la vedo in altro modo. Semplicemente hanno rispettato una norma utile a portare avanti il torneo con una determinata regolarità. Ora questo prosegue, ma con che spirito?
Cosa succederà? Non lo so e non voglio essere né Cassandra, né Nostradamus. So soltanto che l‘Inter sarà bloccata almeno fino a lunedì. Poi si vedrà. La speranza è che non vi siano altre positività oltre quelle di D’Ambrosio, Handanovic, De Vrji e Vecino. Intanto ci sarà la sosta per le Nazionali e i nerazzurri potranno comunque avere il tempo di recuperare qualcuno entro il 3 aprile quando è in programma la sfida contro il Bologna. Asl permettendo… Forse sarebbe stato più semplice decidere che, in caso di sfortunate vicende come quelle accadute ad alcune società bloccate dalle Autorità Pubbliche, avrebbe dovuto scendere in campo la Primavera o l’Under 23. Ma ogni occasione è persa. Poi ci chiediamo perché siamo esclusi dai quarti di Champions e non vinciamo trofei da 10 anni. E’ possibile, e sottolineo l’aggettivo, che sia un problema pure di mentalità e di approccio agli eventi avversi. Ricordo che un Bayern Monaco, decimato dal coronavirus e con il rischio di essere fermato dalle sue Istituzioni, è venuto all’Olimpico e ne ha stampate 4 alla Lazio ipotecando il passaggio del turno in Champions. Ora, la salute viene prima di tutto. Ma le soluzioni per evitare certe situazioni sgradevoli esistevano.
Ah! a proposito… L’Ats milanese ha bloccato gli interisti che non possono essere convocati dalle rispettive Nazionali. Croazia e Danimarca sono già sul piede di guerra per avere Brozovic, Perisic ed Eriksen in vista delle qualificazioni mondiali. Un’altra bella gatta da pelare.
All’estero dominano i tornei e noi siamo ancora qui a chiederci quale sarà il destino del campionato più importante appeso a un eccesso di potere concesso alle Ats. E’ francamente sconcertante. E’ primario e fondamentale che Gravina dialoghi immediatamente con il Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali onde evitare un disastro economico che rischia di mettere sul lastrico in troppi. Anche questo significa salute. Gestire questa situazione non sarà semplice.
