
Per le italiane, la prima serata di Champions è in chiaro-scuro. La Juventus batte 4-2 lo Zenit San Pietroburgo conquistando, così, il pass aritmetico per gli ottavi di finale. Ora dovrà combattere con il Chelsea per centrare il primo posto nel girone che significherebbe affrontare una squadra classificatasi seconda nel prossimo turno. L’Atalanta, invece, è in piena bagarre per continuare il sogno continentale che potrebbe chiamarsi pure Europa League. La Dea ha pareggiato 2-2 con il Manchester United.
La Vecchia Signora beve un ottimo brodino rigenerante e, chissà, forse Allegri trova il modulo giusto. Max schiera la sua squadra con un 4-2-3-1 che mimetizza un 4-3-3. Ricordate quando, nel 2016-2017 dopo una sconfitta a Firenze, inserì tutti i suoi attaccanti. Ecco, è accaduto più o meno lo stesso. Chiesa, Dybala, Bernardeschi e Morata. All in. Ha funzionato soprattutto perché i bianconeri di Champions mostrano un’altra mentalità. E’ vero che lo Zenit non è paragonabile ad alcuna delle “7 sotelle” italiche ma, con grande rispetto di Verona e Sassuolo, pare essere loro superiore. Gli uomini del toscano sono semplicemente scesi in campo con la giusta cattiveria agonistica e voglia di centrare il bersaglio grosso. Sono, poi, stati aiutati da un atteggiamento molto remissivo dei russi. Questo, ultimamente, in Italia è sconosciuto. Ah… Esiste anche un arbitraggio migliore rispetto a quelli visti negli ultimi due match italiani.
L’Atalanta rosica perchè è stata beffata al 91′ da Cristiano Ronaldo. Lui è il Manchester United e il Manchester United è lui. Solskjaer l’ha paragonato a Micheal Jordan. Non oso immaginare cosa accadrebbe ai Red Devils senza la presenza di CR7. La sua doppietta tiene vivi gli inglesi a Bergamo perché la Dea scappa due volte. Ora la classifica del girone vede britannici e Villareal a quota 7. Seguono i lombardi a 5 e chiude lo Young Boys a 3. Il prossimo turno, gli uomini di Gasp se la vedranno con gli ispanici in quello che somiglia molto a uno spareggio per gli ottavi. Si giocherà in Italia. I nerazzurri portano a casa un successo platonico, ma molto importante. Ormai è assodato: hanno il pedigree delle grandi.
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