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Caso Juventus: sarà la cura per guarire il calcio?

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Va bene che la serie A ormai manca da un mese e mezzo. Ok che il Mondiale non ha visto l’Italia protagonista perché assente dalla fase finale in Qatar. E’ vero che il calciomercato non appassiona perché a tutti mancano i soldi per i grandi botti, ma ora basta! Sono giorni che i media bersagliano la Juventus con notizie sulle possibili sanzioni che rischierebbe di subire. Appunto, il condizionale è d’obbligo in quanto, per ora, non è giunto nulla, nemmeno un euro di multa, eppure un procedimento ha già visto il suo primo grado e l’appello.

La questione è ormai chiara e rispiegarla, forse, è persino ridondante. In ogni caso, la situazione è questa. I bianconeri saranno giudicati per la nota “vicenda stipendi”. Sono da verificare alcune vicissitudini contabili relativamente all’accordo che la Vecchia Signora avrebbe fatto con i suoi dipendenti durante i quattro mesi in cui non si è scesi in campo per la pandemia. Era tutto regolare? Lo scopriremo… Poi, dopo la chiusura delle indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, il procuratore FIGC, Chiné, ha chiesto la riapertura del procedimento sportivo sulla “questione plusvalenze“. Occorre ricordare che vale il principio detto “ne bis in idem“. Significa che non si possa essere giudicati due volte per lo stesso fatto ma, se emergono questioni particolarmente importanti, un procedimento si può riaprire. E’ quello che ha chiesto Chiné. Occorre ricordare, però, che la Juventus, su quella tematica, era stata assolta nei due gradi di giudizio con sentenze definitive passate in giudicato. Ritengo alquanto particolare che sia possibile ripercorrere una questione quando era totalmente chiusa. Così nessuno potrà mai avere certezze nemmeno al termine di un procedimento, ma tant’è.

Ora in tanti fanno previsioni su ciò che potrà accadere ai sabaudi. Alcune sono anche delle più catastrofiche. C’è chi paventa persino una possibile retrocessione che può giungere soltanto se l’irregolarità economica è stata utile alla società per iscriversi al campionato. Attenzione, però, perché, essendovi un doppio possibile giudizio, se i punti di penalità giungono da entrambi i procedimenti, la serie B rischierebbe di arrivare anche “sul campo”. Insomma, un caos senza fine. Forse, però, chi paventa un tale catastrofismo si dimentica che il rischio grosso è un blocco del sistema. Perché? Prima di tutto in quanto in pericolo non vi è solo la Juventus, ma anche altre squadre. Non si tratta del solito “mal comune mezzo gaudio” ma, se si vuole ripulire il calcio, non lo si fa né punendo uno per insegnare a tanti, né sanzionando tanti con pene estremamente pesanti mandando in tilt un sistema. Non va poi dimenticato che, nel 2006, la Vecchia Signora non ricorse al Tar evitando il blocco dei tornei. In questo caso sarà uguale? In sostanza, il calcio non lo si guarisce distruggendolo con processi celeri, ma attendendo con pazienza i tempi della giustizia ordinaria. Nel frattempo si portino a galla i problemi e si cerchi di curarli con la carota, non sempre con il bastone. Un esempio banale: tutta la dirigenza juventina si è già dimessa essendo tutt’ora assolutamente innocente. I giustizialisti pretendono di più?

 

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