Scroll Top

L’Inter vince, la Juve vincerà: il meglio del calcio italiano

giuntoli

Una delle proprietà della virtù è di non suscitare invidia“. Così parlava Jean-Jaques Rosseau, noto filosofo svizzero di fine 1700. In effetti, l’invidia non è mai positiva e non voglio utilizzare tale vocabolo con un’accezione tipicamente negativa. Anzi, tutto il contrario. Quanto sta facendo la Juventus non dev’essere fonte di rancore nei suoi confronti, ma di analisi. Non è detto che sia la strada giusta, ma pare stia portando frutto e in altre situazioni, come il Barcellona nel noto settennato 2008-2015, ha regalato qualcosa di molto importante. Il riferimento è sicuramente alla gioventù. I sabaudi sono stati eccezionali nel percepire che la strada corretta fosse quella delle under 23. Di ciò occorre dare merito alla ex dirigenza piemontese che ha voluto fortemente tale prerogativa donando un lascito importante a quella attuale. E’ particolare come la storia si ripeta. Nel 2010, la tanto criticata società guidata da Cobolli Gigli e Blanc lasciò lo Stadium, gioiello d’intuito che poi fu preso in considerazione anche da altri club. La scorsa, invece, ha portato cotanta ottima juventus. Ci sono voluti degli anni, ma l’obiettivo è stato raggiunto. E’ come un’economia di autosostentamento. Ora la Vecchia Signora può guardare al calciomercato con maggiore serenità e senza l’ansia di dover spendere vagonate di milioni. Miretti, Fagioli, Iling Junior, Nicolussi Caviglia e Yildiz sono i gioielli che si stanno mettendo maggiormente in mostra giunti dal settore giovanile. A questi si aggiungono Cambiaso e Weah che, invece, pervengono dall’esterno. Locatelli, che pare ormai “anziano”, ha 26 anni, alla stregua di Chiesa, Vlahovic solo 23, Mckennie 25, come Gatti, Rabiot 28. Milik spegnerà 30 candeline nel 2024. In sostanza, la sparuta triboo di chi ha superato la fatidica soglia appena citata per il polacco è rappresentata dal connazionale Szczesny, Alex Sandro, Kostic e Danilo. Se si dispone del tempo e della pazienza per fare crescere i giocatori e il gruppo, senza voli pindarici che condurrebbero a spese folli e frettolose, si può davvero costruire un’armata destinata a comandare per anni e non solo in Italia.

L’altra contendente allo Scudetto, invece, è di tutt’altra caratura. Il riferimento è all’Inter, squadra fortissima (mi scuserete per il superlativo) che non ha necessità di alcuna attesa per raccogliere i frutti dell’ottimo operato di Marotta e soci. I lombardi giungono da una finale di Champions persa contro il City soltanto perché gli inglesi hanno avuto più fortuna. Non ho nemmeno necessità di citare i componenti della rosa nerazzurra in quanto sono ormai arcinoti e basti pensare al centrocampo formato da Barella, Calhanoglu e Mikitaryian per comprendere il valore del gruppo nelle mani di Inzaghi. Se la Vecchia Signora ha l’obbligo di pazientare, la Beneamata ha il dovere contrario. E’ costretta a raccogliere ora il frutto del suo lavoro per non ancora incontro all’usura. Nella lotta per lo Scudetto tale situazione può rappresentare un’arma a doppio taglio perché, se da un lato dona la consapevolezza di essere riconosciuti da tutti come i migliori, dall’altro conduce a una pressione molto pesante e una scimmia difficile da levarsi dalle spalla.

Per adesso, quindi, l’Inter vince e la Juventus vincerà. La domanda pare essere quando ci sarà il passaggio di consegna?

Privacy Preferences
When you visit our website, it may store information through your browser from specific services, usually in form of cookies. Here you can change your privacy preferences. Please note that blocking some types of cookies may impact your experience on our website and the services we offer.