
La ginnasta americana Mary Lou Retton afferma che “per gli atleti, le Olimpiadi sono la prova definitiva del loro valore“. Parigi 2024 ha chiuso i battenti dopo due intense settimane di gare. Prendendo spunto dalla frase della campionessa statunitense si può intuire quanto sia utile tale competizione per comprendere a che punto sia il movimento sportivo, generale e particolare, di un Paese e, per quanto riguarda l’Italia, si può essere soddisfatti. Il medagliere, infatti, parla di 40 titoli di cui 12 d’oro, 13 d’argento e 15 di bronzo. A Tokyo 2021 chiudemmo con lo stesso totale, ma 10 primi posti, 10 secondi e 20 terzi. Cinque anni prima, a Rio, facemmo 30 con 8, 12, 8, mentre nel 2012 a Londra, portammo a casa 8 ori, 9 argenti, 11 bronzi. A Pechino, nel 2008, furono 8, 9 e 10. Un dato balza subito all’occhio ed è la costante crescita a livello di medaglie d’oro. Siamo a un solo sigillo dal record di Atlanta 1996 e Sidney 2000. Al di là dello spirito olimpico, sono quelle che garantiscono il primato all’interno del singolo sport. Non è un caso se per scalare le posizioni del medagliere sia importante conquistare il metallo più prezioso. E’ sicuramente un dato parecchio incoraggiante che sottolinea come il movimento italico sia in crescita. Questo è sintomo dell’ottimo lavoro svolto dal Presidente del Coni, Giovanni Malagò, in carica dal 2013.
SPORT DI SQUADRA
Si scenda, però, nel particolare. Per quanto concerne gli sport di squadra permane un senso generale di delusione che è placato solo dalla pallavolo femminile, ma non può bastare. Diventa sempre difficile commentare questa categoria a livello olimpico perché molte discipline ritengono i cinque cerchi un torno meno importante di altri. L’esempio più lampante è il calcio che manda selezioni giovanili spesso molto rimaneggiate dando giustamente la precedenza all’avvio di stagione imminente. E’ dal 2004 che la nostra nazionale non partecipa a un’olimpiade. Il basket vive un momento complesso. Il mondiale 2023 non è stato troppo negativo, ma la mancata qualificazione a Parigi 2024 ha scoperto il velo. Bisogna lavorare parecchio sia a livello di club che per quanto riguarda gli azzurri. I fasti di Atene sembrano un ricordo talmente sbiadito da essere ormai fosco. La pallavolo maschile ha deluso parecchio. Gli uomini di De Georgi parevano i favoriti invece hanno ottenuto una medaglia di legno che lascia l’amaro in bocca. In tutto questo marasma, però, il volley è il movimento che sta meglio con un Mondiale vinto dagli uomini a fine 2022, una finale europea raggiunta nella passata stagione e persa contro la Polonia. I piazzamenti ci sono sempre e ciò che conta è la continuità. E’ una squadra molto giovane. Avrà il tempo di arrivare. Forse quel successo di 2 anni fa è giunto troppo prematuramente alzando l’asticella in modo insoddisfacibile. Servono calma e pazienza. Le donne, invece, hanno raggiunto un oro mai centrato dai colori azzurri. Brave, anzi fenomenali. Un plauso particolare va al loro condottiero, Julio Velasco, che ha saputo fare una squadra ciò che aveva un gran potenziale, ma mancava di unità. E’ stato un perfetto e saggio “equlibratore”. La pallavolo è il nostro sport di squadra su cui fare affidamento. Lì siamo devastanti sia a livello di club che di nazionale. Voto 6.
TENNIS
L’Italia del tennis si sta riscoprendo grande, ma non era una novità. Lorenzo Musetti ha conquistato un bronzo che mancava da un secolo e solo qualche anno fa pareva un traguardo irraggiungibile. A oggi lascia persino un pochino di amaro in bocca anche perché era assente il numero uno della classifica ATP, Jannik Sinner, fermato da una tonsillite. Nel femminile, Jasmine Paolini fa sognare gli azzurri con un numero 5 WTA che riproduce pensieri ormai sopiti dai tempi di Pennetta, Schiavone e Vinci. La perla arriva dal doppio con la citata Paolini e Sara Errani che ci conducono addirittura a un oro assolutamente insperato. Anche qui siamo al top. L’obiettivo è quello di proseguire un qualcosa di difficilmente migliorabile. Voto 9.
ATLETICA
Tokyo aveva illuso l’atletica italiana che, a Parigi, con un bagno di umiltà torna nei ranghi. Non possiamo essere delusi, ma forse occorre cospargersi il capo di cenere per i sogni proibiti del post Giappone. Non si può chiedere quello che ancora non è raggiungibile. Nel Paese del Sol Levante abbiamo vinto anche perché le altre nazioni stavano cercando i loro talenti e non è un caso se Jacobs ha chiuso i 100 metri al quinto posto, ma con un tempo molto simile a quello che 3 anni fa gli permise di essere il numero uno. In Francia abbiamo disputato un’ottima olimpiade, ma non sono arrivati ori anche perché Tamberi è stato molto sfortunato con le coliche renali che l’hanno praticamente posto fuori dai giochi per un successo altrimenti molto probabile. Nel salto in alto abbiamo, però, scoperto Sottili. Nella resistenza si fa notare Battoccletti che sarà un nome molto importante per il futuro. Nel salto triplo, invece, c’e Diaz mentre in quello in lungo Larissa Iapichino. Fabbri non ha vissuto una grande olimpiade, ma è protagonista nel lancio del peso così come Simonelli negli ostacoli. Mi auguro di non dimenticare nessuno per sottolineare che il movimento si sta sviluppando molto bene e che occorre rispettare una corretta fase di crescita. Voto 7.
NUOTO E SPORT D’ACQUA
A volte mi chiedo se siamo dei mammiferi o dei pesci? Battute a parte, l’acqua è un elemento che non ci delude mai. In questi sport portiamo a casa miriadi di ori e dove tale è elemento fondamentale siamo a quota 6 su 12. La metà delle medaglie di metallo più prezioso giunge da tale genere di discipline. Nulla di nuovo. Dopo i recenti fasti, il nuoto vive una fase di cambiamento generazionale, ma le leve emergenti fanno già sentire la voce grossa come Martinenghi e Ceccon. Spiace un po’ per l’olimpiade sottotono di Greg Paltrinieri che, soprattutto nelle acque libere, ha centrato un nono posto piuttosto deludente. D’altra parte l’anagrafe non mente e il passato di questo campione parla assolutamente in suo favore. Non brilla nemmeno Quadarella, ma lo spessore dell’atleta è noto ai più. Se si guarda alla canoa, kayak o simili, non possiamo che essere soddisfatti con uno dei migliori al mondo, De Gennaro. La coppia composta da Tito e Banti bissa l’oro di Tokyo 2020 nella vela. Una citazione va anche alla pallanuoto che non ha raggiunto i risultati sperati. Nel femminile è senza appello, ma nel maschile serve un’osservazione. E’ chiaro che non si può giudicare un movimento da una gara soprattutto se questa è platealmente “falsata” da una decisione arbitrale scellerata come accaduto nel match tra il Settebello e l’Ungheria che ha poi visto le canottine azzurre soccombere. Insomma, non ci si può certo lamentare, ma constatare che, nonostante le mode spingano altrove, l’acqua non tradisce mai. D’altronde, siamo spiriti liberi. Voto 8.5.
SCHERMA
La scherma rappresenta, forse, una delle maggiori delusioni di questa spedizione olimpica e si prosegue sulla falsariga di Tokyo. Arriva solo un oro ed è quello della spada a squadre femminile. Qui il ricambio generazionale è un po’ più difficoltoso rispetto al nuoto e occorre lavorare, ma i risultati e i piazzamenti non sono certamente mancati. Le basi ci sono. Serve la scintilla che faccia scattare il salto di qualità. Voto 5.5.
SPORT DI LOTTA
Al di là della questione che ha coinvolto Imane Khelif e Angela Carini, su cui non ritornerei in questa sede, credo che tale genere di discipline sia tra quelli che hanno deluso maggiormente. C’erano parecchie aspettative che non sono state soddisfatte. Da qui non è giunto nemmeno un oro e penso siano gli sport in cui il movimento italiano debba interrogarsi con più grande rigore. Voto 5.
SPORT CON IL BERSAGLIO
Vi chiedo venia dei vari raggruppamenti molto particolari, ma ho voluto rendere più leggibile il pezzo ed evitare un frazionamento praticamente impossibile per l’utente. Non siamo devastanti nemmeno in queste discipline dove, però, abbiamo raggiunto un oro con Bacosi e Rossetti. Voto 6.
GINNASTICA
Siamo stati magnifici. Sia nella ginnastica artistica che nella ritmica abbiamo raggiunti risultati degni delle grandi potenze dello sport con due argenti, due bronzi e un oro che hanno qualcosa di meraviglioso. Alice D’Amato ha incantato con la sua trave magistrale dove ha battuto pure la regina, Simon Miles. Anche Sofia Raffaeli è stata molto abile nella ritmica dove è già un’autentica istituzione, ma citare solo loro sarebbe ingiusto. Tutto il movimento è in grande espansione ed è molto importante per l’Italia che in queste discipline ha spesso sofferto. Voto 9.
CONCLUSIONI
Dopo i corretti plausi fatti ai vertici del movimento sportivo italiano per il lavoro svolto e aver utilizzato come rappresentante, Giovanni Malagò, presidente del Coni, mi sembra doveroso operare un’osservazione. Le mode stanno aiutando il movimento azzurro generale. Il calcio patisce perché il baccino si restringe. Sempre più giovani cercano la novità e l’emblema è il tennis. Si sviluppano, così, nuove possibilità e aumentando le utenze, crescono anche le chance di avere campioni. Questo è favorito, naturalmente, anche dalla globalizzazione e dal fatto che atleti italiani abbiano caratteristiche fisiche diverse dalle classiche.