
Addio Pippo Baudo. Ci sono icone per cui, quando scompaiono, tutta l’Italia ha un attimo di riflessione. Si ferma a ricordarle e piangerle. L’effetto che una figura ha lasciato sulle persone si misura proprio da lì, purtroppo postumo. Quando è in vita lo si da per scontato, quando non c’è più lo si cerca. Ultimamente è accaduto, per esempio, con Raffaella Carrà e Bruno Pizzul, ora è il turno del re della televisione italiana.
Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo nasce a Val di Catania nel giugno del 1936 e si laurea in giurisprudenza prima di intraprendere la carriera televisiva. Inizia come inviato del telegiornale e racconta la vita delle comunità italiane all’estero poi passa alla conduzione delle prime kermesse canore locali. Da lì nasce una carriera che lo porta a essere il direttore artistico più longevo della storia del Festival di Sanremo con 13 incarichi. Nel suo curriculum vanta anche Fantastico, must del sabato sera pop italiano, oltre a Domenica In. Insomma, per anni, il siciliano ha guidato i weekend della Rai. Nella sua carriera ha scoperte stelle come Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Lorella Cuccarini, Mietta, Andrea Bocelli, Giorgia, Heather Parisi, Elio e le Storie Tese.
Baudo è stato a lungo sposato con Katiuscia Katia Ricciarelli, noto soprano italiano. La relazione tra i due è durata 18 anni e si è conclusa tra il 2004 e il 2007. Vanity Fair riporta alcune dichiarazioni della donna: “Se Pippo avesse bisogno di me, anche se non ci sentiamo da anni, io correrei ancora al suo fianco, perché lui per me è stato marito, amico, amante“. Sono raccolte da Storie di donne al bivio weekend e rimarcano un amore profondo. Queste, invece, le sue dichiarazioni dopo la scomparsa di Baudo rilasciate a Rainews24 e sempre riportate da Vanity Fair: “Sono sconvolta, per me è molto importante questa cosa… Ora con la morte di lui mi sembra proprio… Basta… In molti avrebbero dovuto rispettarlo di più. Non aveva attorno a lui le persone giuste, è stato attorniato da persone che volevano tenerlo all’oscuro di tante cose, adesso che è morto invece…”.
A denotare la sincerità e il coraggio di questo uomo è anche una vicenda avvenuta a San Giovanni Rotondo quando Pippo si recò da Padre Pio. A raccontarlo è l’amico Renzo Arbore che era con lui. Il Padre, dotato di grandi carismi, gli domandò il motivo della visita. Questi ebbe la forza di ammettere che si trattasse di mera curiosità così fu allontanato e obbedì con grande senso di rispetto. Solo uomini di tale caratura riescono a restare impressi nella mente delle persone.