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Juventus-Lazio 3-1: Tre punti pesanti come un macigno, palla alle milanesi

morata

Tre punti pesanti come un macigno. La Juve resta aggrappata alla speranza di infastidire l’Inter. Lo fa battendo 3-1 la Lazio e portandosi momentaneamente a meno 7 dai rivali che lunedì se la vedranno con l’Atalanta. E’ da ricordare che i bianconeri dovranno poi recuperare il match contro il Napoli. Oggi Pirlo opera scelte particolari. Alcune sono forzate, altre invece sono farina del suo sacco. Ronaldo resta in naftalina fino a metà ripresa. Da quando trova la posizione, Danilo non delude in mediana. La sveglia, però, arriva nell’intervallo quando sembra che scatti qualcosa. Magari, ci sarà stato un dialogo importante tra Pirlo e i suoi nello spogliatoio. Nel secondo tempo, la Vecchia Signora è sveglia, attenta e precisa. L’atletismo è la fisicità sono troppo importanti nel calcio. I bianconeri arrivano primi su tutte le sfere. Le seconde palle sono sempre dei piemontesi e questo è troppo importante. La qualità non mancava neanche nella prima frazione, ma la Juve pareva piuttosto leggera e male organizzata. Ah dimenticavo… I titolari fanno la differenza anche alla Juve.

Pirlo opta per il 4-4-2. Le assenze sono tante. De Ligt non recupera. Alex Sandro e Demiral compongono la difesa centrale. Nel cuore del centrocampo ci sono Rabiot e Danilo. Ramsey è una “falsa” ala. Ronaldo riposa in panca. Giocano Morata e Kulusevski. Simone Inzaghi sceglie il 3-5-2 con Immobile e Correa come coppia d’attacco. I biancocelesti sono molto più pericolosi e spaventano in due occasioni gli avversari prima di punirli. Al 15′ Kulusevski sbaglia un passaggio e lancia Correa verso la porta di Sczcsney. Uno a zero. Subito dopo Chiesa è lanciato in area avversaria. Hoedt anticipa il 22 con la mano. Sembra rigore solare. Non è così per l’arbitro e per il Var. Al 37′ Morata colpisce di testa. A lato di niente. La Vecchia Signora, però, trova il timbro del pari grazie a una splendida manovra che conduce Rabiot al bolide da posizione impossibile. Reina non è esente da colpe. La Lazio risponde con un’ottima azione, ma il colpo di Fares è a lato.

La ripresa inizia con una Juve indemoniata. E’ come se nell’intervallo fosse scattato qualcosa. Poi, ecco che quella che può la sliding door della gara. Milinkovic colpisce una gran traversa di testa. A quel punto, la Vecchia Signora si sveglia definitivamente. Chiesa, devastante e assolutamente infervorato, ruba palla e si lancia ai mille orari in contropiede servendo un cioccolatino a Morata che calcia violetemente all’incrocio dei pali. I bianconeri non mollano e Ramsey è steso in area. Ancora lo spagnolo si occupa del penalty. Tre a uno. Poi la gara si spegne lentamente.

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