
Mario Mandzukic. Un nome che rievoca già nella sonorità i grandi guerrieri di un tempo che fu e anche lui lo è stato per il calcio. La sua combattività e forza fisica devastanti hanno offuscato una classe innata che, in realtà, era del giocatore. Oggi voglio dedicare un pezzo al suo addio al pallone perché lascia uno degli atleti migliori della versione recente di questo sport. Il croato aveva i canoni richiesti.
Mario abbandona con una lettera molto lunga scritta in un post Instagram e rivolta a sé stesso bambino: “Caro piccolo Mario, quando metterai per la prima volta queste scarpe, non potrai neanche immaginare quello che vivrai nel calcio. Segnerai gol sui più grandi palcoscenici, vincerai i trofei più importanti con i club più grandi, rappresenterai con orgoglio la tua nazione e darai una mano a scrivere la storia dello sport croato. Avrai successo, perché sarai circondato da belle persone: compagni di squadra, allenatori, tifosi, familiari, agenti e amici che ci saranno sempre per te. E tu sarai loro per sempre grato. Ma soprattutto avrai successo perché darai sempre del tuo meglio, che alla fine sarà quello che ti renderà più orgoglioso. Ti sacrificherai tanto ma saprai che ne sarà valsa la pena perché vivrai momenti incredibili. E riconoscerai il momento di ritirarti, di mettere queste scarpe in un armadio e non avrai rimpianti. Il calcio sarà sempre parte della tua vita ma guarderai avanti, a un nuovo capitolo. Goditela. PS: Se ti capita di giocare contro l’Inghilterra ai Mondiali, fatti trovare pronto al minuto 109″.
Mandzukic nasce nel 1986 e inizia la sua carriera nella Dinamo Zagabria per passare, molto giovane, al Wolfsburg dove gioca con un altro grande: Edin Dzeko. Qui ha qualche difficoltà fintanto che non incontra Felix Magath. Il tecnico gli cambierà il futuro. Dopo l’Europeo del 2012 passa al Bayern Monaco e, al primo tentativo, centra il bersaglio grosso. E’ triplete con gol in finale di Champions. Poi, però, sbarca Guardiola che non intende far combaciare il suo pallone con le caratteristiche di Mandzukic. Il croato rifà la valige e vola all’Atletico Madrid. Simeone è sicuramente più adatto a lui, ma l’idillio dura una sola stagione. A quel punto arriva la chiamata della Juventus. Dal 2015 al 2019, Mario sarà fido scudiero di Allegri con cui vincerà 4 Scudetti, 3 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane con lo sfizio di un altro centro, purtroppo inutile, nella finale di Coppa a Cardiff. Non rientrando nei piani di Sarri, si trasferisce in Qatar per fare rientro al Milan dal gennaio 2021 al successivo maggio. Un’esperienza che lo convince a capire sia il momento opportuno per fermarsi. Il fisico ha dato tutto per i club e per la sua Nazionale con cui ha raggiunto l’ultimo atto del Mondiale 2018. Tanta roba, Marione!