
Giorgio Chiellini è un grande difensore e penso che su questo nessuno possa controbattere. Nella vita esiste poco di oggettivo. Anzi, praticamente nulla. Credo, però, che in tal caso si tratti praticamente di un dato di fatto. Dopo la sfida contro l’Argentina valida per la nuova Supercoppa Mondiale e in programma il primo giugno al “Maradona”, il toscano darà il suo addio alla nazionale e occorrerà capire cosa ne sarà del suo destino in maglia bianconera. Chiuderà la sua carriera o proseguirà? Presto scioglierà ogni dubbio che probabilmente ha già chiarito a sé stesso.
Intanto, però vorrei fare un grande plauso a un campione infinito. Chiellini non è nato pronto come altri. Non me ne voglia il centrale bianconero, ma la classe e il talento non sono certo i suoi punti di forza. Eppure è diventato un campione assoluto e uno dei centrali migliori al mondo. Perché? Il motivo è da ricercare nell’intelligenza tattica, nella caparbietà e nella costanza. È lì che Giorgio ha fatto la differenza. Il toscano è maturato avanti perché negli anni di Firenze e sino all’arrivo di Conte alla Juve non era il campione di oggi. Il pugliese l’ha “svezzato” inserendolo nella difesa a 3. Allegri l’ha completato rendendolo uno dei centrali migliori al mondo. Chiello non ha vinto la Champions e, ahimè, non conquisterà nemmeno il Mondiale, ma è stato protagonista assoluto di anni gloriosi della storia bianconera con ben 9 Scudetti. Cosa dire di più? Dovrebbe giocare un anno ancora per guadagnarsi la sua personale stella dei 10 trionfi italici.