La notizia per cui la Procura Generale Sportiva ha chiesto la squalifica di 5 anni con proposta di radiazione, per responsabilità disciplinare, del calciatore Manolo Portanova sta avendo un’eco piuttosto importante. Purtroppo si hanno sempre maggiori conferme che viviamo in un Paese in cui, a molte persone, ciò che accade fuori dal campo interessa molto di più di quanto avvenga all’interno di esso. La vicenda è ormai nota. Il giocatore della Reggiana è stato condannato in primo grado per violenza sessuale. Quelli che è meno conosciuti, però, sono i motivi per cui il granata, a oggi, possa scendere in campo. Il giovane era stato deferito relativamente all’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, ma il Tribunale Federale si era dichiarato incompetente. In effetti, nel contratto collettivo di categoria si legge che la sospensione giunga dal momento in cui la sentenza di condanna risulti passata in giudicato. Ciò non è ancora avvenuto.
Sarò molte breve e conciso. Sono un garantista di natura e vorrei aspettare il passaggio in giudicato della sentenza per stabilire il destino di Portanova. L’articolo 27 della Costituzione determina il principio di non colpevolezza anche denominato presunzione d’innocenza per cui un individuo non può essere considerato reo fintanto che non esiste una sentenza passata in giudicato. Come precedentemente scritto, quando ciò accadrà, se sarà confermato l’attuale esito, il calciatore patirà le conseguenze penali della vicenda e, da lì, deriveranno anche quelle sportive. Sino a quel momento, però, è normale che un Giudice diverso da quello ordinario non possa esprimersi e, forse, non dovremmo farlo nemmeno noi.